Assaggi ad Arte#6 per…Glenda Sburelin

Caffè Letterario di Villa Varda, Brugnera (Pn)

Inaugurazione Domenica 5 febbraio
ore 11.00

Gli appuntamenti 2017 al Caffè Letterario di Villa Varda si aprono con una mostra un po’ diversa dalle precedenti, che fa l’effetto di una ventata d’aria profumata, già con qualche sentore di primavera, incuneatasi nel cuore dell’inverno – ancora così rigido, nei primi giorni di gennaio, mentre scrivo: nell’ambito della rassegna Assaggi ad arte, vengono esposte alcune creazioni di Glenda Sburelin, pordenonese, principalmente illustratrice per ragazzi ma anche artista e ceramista. Cuore della mostra sono le tavole digitali dell’ultimo libro realizzato per l’editrice sud coreana Aga World: Storia di un sogno, un silent book, libro “senza parole” dove è solo l’immagine a costruire la storia, l’immagine e la fantasia del lettore.E allora facciamo un esperimento, proviamo a raccontarla, questa storia, che, non avendo legami con la tradizione favolistica, mette il lettore a dura prova.

La vicenda appare incentrata su uno sdoppiamento: la protagonista è una ragazzina (?) – il punto di domanda è doveroso, perché le curiose protuberanze che le spuntano dalla testa sono, sì, codini, ma fino all’ultimo non lo sappiamo e potrebbero essere anche orecchie animali – che va alla scoperta di… se stessa. O meglio: seguendo il volo di una piuma arancione, la ragazzina esce di casa, da una scatola-casa che porta i segni di un contesto femminile e domestico, forbice, pettine, metro e bottone; si inoltra in un paesaggio dominato dal bianco – splendidi toni diversi di bianco da cui emergono, come da una nebbia lattiginosa, sagome di alberi, fiori e uccelli; attraversa un prato variopinto, e una farfalla le resta impressa sull’abito (bianco); attraversa, su trampoli leggeri, sottili e colorati come cannucce, una città dalle alte case, e le resta sull’abito l’impronta di un muro; attraversa un bosco popolato di uccelli occhiuti e guardinghi, e raccoglie, mettendolo in grembo, un fiore a forma di girandola; sospinta dal vento in un bosco nudo e grigio, tra esseri fantastici – degni dei giardini di Bosch – e minacciose gocce di pioggia, sale infine su un treno carico di meravigliosi passeggeri, un coniglio rosa, un signore giallo con cilindro… e anche la traccia del viaggio le resta stampata sull’abito; ma c’è ancora un’ultima prova da superare. E così la ragazzina, con la piuma in mano e munita di ombrello, affronta un bosco immerso nel buio, una “selva oscura”, e conquista un cuore, il suo, che appunta sull’abito, ora tutto colorato, offrendo a un’altra figuretta di bambina, del tutto simile a lei – l’altra se stessa – la piuma arancione. 

Come in tutte le fiabe, il canovaccio è sempre lo stesso: c’è un eroe che deve superare delle prove per conquistare qualcosa di molto prezioso per lui, che rappresenta la realizzazione della propria felicità. Come tutte le fiabe, anche quella di Glenda è un racconto di formazione, che ha lo scopo di insegnare ad affrontare le avversità e, in fin dei conti, a vivere. Per Glenda, sembra dirci la sagoma della ragazzina che si arricchisce via via di colore, è la ricerca stessa a farti ricco. Poi però, su questo canovaccio, si intrecciano molti altri fili: alcuni oggetti ricorrenti, anche in altri libri dell’illustratrice, rimandano alla dimensione familiare, ai legami più intimi; c’è il riferimento all’immaginario fiabesco della nostra tradizione ma anche al linguaggio iconico della modernità – l’emoticon, per esempio; e si potrebbe continuare così, giocando a interpretare, come in un rebus, ciascun dettaglio. Ma è inutile insistere: il fascino maggiore di queste tavole è proprio nel carattere sfuggente del simbolo, mai interamente decifrabile, dovuto al trattamento sapiente e delicatissimo dell’immagine stessa: il tratto leggero, lo sfumato, il gioco di trasparenze e sovrapposizioni, il colore usato come un inserto prezioso… tutto contribuisce a creare un’atmosfera ambigua e sospesa, in cui il lieto fine non è poi così scontato.
Chiara Tavella

Assaggi ad Arte, mostre d’arte abbinate alla degustazione di cibi e vini, la cui scelta è ispirata dalle opere esposte. Un criterio di scelta, ironico e divertito, che Elisabetta Di Sopra, la curatrice degli eventi, pone come base dell’iniziativa: un connubio tra arte e cibo dove colori, sapori e profumi, come in una magica alchimia, garantiranno a tutti gli ospiti un’esperienza multisensoriale

Glenda Sburelin
Vive e lavora a Pordenone come illustratrice di libri per ragazzi, collaborando con case editrici italiane ed estere; ha condotto laboratori per bambini e seminari sull’illustrazione per insegnanti. Ha seguito corsi di formazione sull’illustrazione con Octavia Monaco, di tecniche della ceramica con i ceramisti Paola Paronetto e Giovanni Cimatti e di Computer Grafica. In ambito grafico ha realizzato immagini per calendari e manifesti, curato cataloghi d’Arte e libri per l’editoria rivolta all’infanzia. Ha partecipato a molte esposizioni collettive e personali in tutto il mondo, ricevendo numerosi riconoscimenti.
glendasburelin.blogspot.it

La mostra sarà visibile dal 7 febbraio al 30 marzo tutti i giorni escluso il lunedì

Per tutto il periodo della mostra lo chef propone un menù ispirato alle opere dell’artista.
Info e prenotazioni:
333 443 3722
info@caffeletterariovillavarda.it
www.villavarda.it
www.caffeletterariovillavarda.it

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