Bellezza. Articolo 1 della Costituzione

 

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UDINE. «La politica non è in grado di comprendere il reale valore della cultura. I privati, invece, si stanno dimostrando piú intelligenti».

Esplosivo, illuminante, polemico, ma sempre con un pizzico di ironia. Questo è Philippe Daverio. Il critico d’arte e giornalista sarà uno degli ospiti illustri della manifestazione “Riconoscere la Bellezza”. Il primo appuntamento, che lo vedrà protagonista, è fissato per domani, domenica, in Sala Ajace alle 10 con il quarto simposio in programma dal titolo “Il Patrimonio storico artistico culturale: una risorsa materiale e immateriale”.

Poi alle 16 al Caffè Contarena dialogherà con il pubblico. «L’idea della manifestazione è molto simpatica – spiega – e la proposta di legge per inserire la Bellezza nell’articolo 1 della Costituzione, di cui è prima firmataria Serena Pellegrino, è azzeccata. E allo stesso tempo fuori dai canoni italiani. Ancora più strana se si pensa che è arrivata da un politico. Vuol dire che c’è ancora qualche germe buono in una classe che fa fatica a comprendere i reali valori della cultura».

Ed ecco uscir fuori il suo lato provocatore. «La mia proposta – incalza – è alternativa. Nel primo articolo della Costituzione metterei “L’Italia è una repubblica fondata sull’ipocrisia e sul pressappochismo”. Mi rendo conto che questo non può diventare un manifesto politico. Ma cosí vanno le cose. Inserire invece la Bellezza vuol dire affrontare finalmente una questione etica, stimolare un dialogo sul nostro patrimonio artistico e architettonico».

“Riconoscere la Bellezza” per il critico d’arte può diventare «la versione aggiornata delle commissioni d’ornato, quelle che erano state istituite dai decreti napoleonici nelle città di Milano e Venezia e che esprimevano giudizi estetici sulle opere. Quello che si è perso, negli ultimi anni, in cui vediamo capannoni crescere a fianco di ville venete. Il nostro paesaggio manca di armonia». Daverio non esita a definire il nostro «un allegro Paese di pazzi. Dove l’armonia ha ceduto il passo al trash. Dove la gente – aggiunge – si riconosce nello Stadio di San Siro e nella tv popolare piuttosto che nelle nostre bellezze, apprezzate solo dall’elite. Si cerca spesso di parlare di rinnovato umanesimo e rinascimento. A dir la verità non vedo in Italia grandi poeti, musicisti, pittori. Noi siamo in grado di produrre grandi intelligenze che se ne vanno all’estero. E d’altro canto non siamo in grado nemmeno di avere un curatore italiano della Biennale della Venezia. Evidentemente – osserva ancora – siamo colpiti da un’esterofilia provinciale, invece di avere un ruolo nella Bell’Europa».

Per Daverio si tratta di un ritorno a Udine. «Adoro il Friuli. Chi giudica Udine, la città della morte e di ubriaconi, non l’ha mai visitata. Considero i friulani un popolo a sé, grandi lavoratori. Persone oneste. Insomma l’anti Italia». (d.v.)

 Fonte: Messaggero Veneto 10 ottobre 2015

http://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2015/10/10/news/adoro-il-friuli-gente-onesta-praticamente-siete-l-altra-italia-1.12235019

 

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