La Venere di Botticelli. La sublimazione dell’eternità

testo di Maria Marzullo
Ci sono opere che vanno al di là del soggetto.
Non è solo l’identificazione delle figure che esaurisce il significato e il significante di una rappresentazione.
La Nascita di Venere di Sandro Botticelli è una delle testimonianze più eccelse di questa espressione.
La creatura femminile che avanza verso l’osservatore e si accompagna verso la riva appare sublime e staccata dalla dimensione terrena. Il soffio fecondo di Brezza e Zefiro modellano e accompagnano la divina creatura.  È la Venere che nasce dalla spuma del mare, che si origina dal soffio, che prende forma e sembianza di genere umano, è la creatura divina che pur toccando la materiale dimensione, permane sospesa in quello spazio ignoto e sublime dal quale proviene. Ed è proprio quando questo “contatto” limite tra naturale e terreno si verifica che l’ormai energia, trasmutata in corpo di genere, necessita di protezione. Ed è qui che l’attende una delle Ore che, come una Musa danzante leggiadria e sospesa, sta per accoglierla in un manto di fiori.
La Venere si è originata dall’acqua, in essa è stata modellata e una conchiglia l’ha preservata.  Da antica memoria il guscio è emblema di conservazione, purezza e fecondità. Per la Divina Creatura, ora sulla Terra, l’intimità necessità di essere preservata, la sua nudità richiede tutela. Ora è riservatezza… I suoi seni e il basso ventre si celano, l’antica Venes pudica ritorna…
La Nascita di Venere è il respiro sublime della Natura, il soffio e la brezza generanti, la sospensione dimensionale tra pensiero e materia, l’immateriale che muta in sostanza, la Bellezza che mantiene integra la sua eterna creazione.
Botticelli manifesta con la Nascita di Venere il pensiero poetico e filosofico della teoria neoplatonica che nel periodo rinascimentale alimenta l’operato artistico a Firenze e non solo. Il maestro alimenta la favola poetica ed omaggia la nascita della Margherita, figlia primogenita di Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, con un dipinto che sublima la creazione dell’umano mantenendo la sua divina provenienza.
Ci sono opere che vanno al di là del soggetto, al di là dell’evidenza.
Ci sono opere destinate all’eternità perché hanno conosciuto la Divina Bellezza.

Nascita di VenereSandro Botticelli, Nascita di Venere, 1482-1485, tempera su tela, 172x278cm; Galleria degli Uffizi, Firenze

 

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2 commenti

    • Cristian il 22 Maggio 2016 alle 09:56
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    Grazie per questo tuo commento, prezioso soprattutto per chi, come me, si è avvicinato da poco alla storia dell’arte, riscoprendo espressioni di Bellezza prima ignorate.
    Per uscire da questa miopia diventano allora illuminanti presentazioni come questa, intrisa di una passione contagiosa (dopo averla letta mi sono rivisto il recente documentario “Firenze e gli Uffizi 3D”…:)
    Approfitto per allargare questi pensieri al corso di storia dell’arte proposto da Terramater quest’anno, che mi ha trasmesso non solo conoscenza, ma occhi nuovi. Emozioni nuove.

  1. Grazie Cristian. Ne sono davvero felice. Maria

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