PrimoColore tra esposizione e laboratorio interattivo

Todos los niños nacen artistas. El problema es seguir siendo artista al crecer. Pablo Picasso

Ritrovare l’entusiasmo, la purezza e la genuinità dei rapporti con sé stessi e con gli altri. Ci sono occasioni che puntano a facilitare tale momento d’incontro, che aiutano a riscoprire l’immensa potenzialità presente in un io ostacolato sempre più dall’abitudine, incapace di riacquisire e far propria quella ricchezza spirituale proveniente dal mondo circostante. L’esposizione temporanea PrimoColore – L’uso dei pigmenti antichi in campo artistico, tenutasi all’interno del “Canevon” di Villa Varda (PN) dal 4 al 6 ottobre, ha voluto assolvere al compito di promuovere la rinascita di una sensibilità legata all’arte ed in particolar modo alla sua materialità; ripercorrerne la storia significa mettere a nudo innanzitutto l’anima dell’uomo/artista, dal proprio “ingegno” alla pratica artigianale.

PrimoColore è innanzitutto sostanza, segno e autenticità. La difficoltà nel miscelare e creare composizioni a partire da elementi presenti in natura, la maestria nel saperli dosare, trasmutano il lavoro del pittore su di un piano che va al di là del semplice gesto del dipingere.

PrimoColore è volontà di far scoprire e comprendere un mondo fatto di ideazione, esigenze, cambi comunicativi che si affiancano e alternano continuamente alla pratica del pittore-artigiano, dedito alle diverse fasi del proprio lavoro di cui il “colorire” è solo il punto di arrivo.

PrimoColore è volontà di coinvolgere dinamicamente adulti e bambini guidandoli attraverso un’affascinante tragitto al limite tra teoria e pratica.

Il “Canevon” in realtà offre di per sé uno scenario accogliente e suggestivo, spazio che contribuisce a snodare l’esposizione fluidamente in tre principali percorsi. Il primo, guidato e supportato dalle due curatrici dell’evento, Maria Marzullo e Virginia Campanale, ha coinvolto e incuriosito i visitatori ripercorrendo le principali tematiche riguardanti i meccanismi di percezione del colore, i fenomeni ottici, la nascita e la formazione di minerali, la natura dei pigmenti più utilizzati nel corso della storia (lapislazuli, il cinabro, la malachite, l’orpimento, …) e le più diffuse tecniche diagnostiche di individuazione: mentre le parole del Cennini scandiscono i punti salienti dell’itinerario accompagnando lo sguardo degli osservatori, sullo sfondo domina la ricostruzione di quella “bottega dello speziale”, luogo di passaggio imprescindibile tra materia prima e processo artistico. In tutto ciò non poteva non rientrare anche la cospicua produzione di codici miniati, con le fonti medievali e la figura di un miniatore/artista che dall’anonimato assume gradualmente una propria identità, abbandonando gli antichi scriptoria monasteriali e assumendo uno specifico ruolo sociale supportato in particolar modo da committenze laiche: le riproduzioni fedeli del gruppo di corali conservati nel Duomo di Spilimbergo (1484-1507), legati al nome di Giovanni de Cramariis, testimoniano la ricchezza inventiva della produzione locale. Ma il punto catalizzatore dell’intera manifestazione risulta essere inevitabilmente il laboratorio allestito a mo’ di vera e propria fucina creativa in cui poter sperimentare, attraverso l’uso di pigmenti naturali, le tecniche fondamentali del “fare” artistico: acquerello, tempera e olio. E se le scolaresche (12 di diverso grado e ordine) hanno avuto modo di liberare completamente la loro più genuina immaginazione, gli adulti non son stati da meno, ritrovando in quei preziosi minuti una piccola parte ormai sempre più nascosta della propria personalità: le sensazioni e il loro fluire hanno permesso di offrire e finalmente riconquistare un momento di piacere estetico intimo, veri e propri impulsi primordiali. Un salto concettuale conduce, infine, alla terza sezione dell’esposizione dedicata al concorso “7 colori. Materia, Energia, Emozioni” in cui artisti contemporanei hanno avuto la possibilità di reinterpretare liberamente il concetto di colore, inteso come materia, fisicità, emozioni. Le opere scelte tra le tante pervenute e votate da oltre 600 visitatori in soli 3 giorni, hanno coronato non solo la riuscita di un evento coraggioso nelle sue scelte, ma hanno aperto anche a nuove prospettive, nuovi progetti e idee di cui l’Associazione Terra Mater darà notizia nelle prossime settimane.

Maria Donata Ruggiero

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